Era lui a spingerci, con la sua pigrizia e la sua gentilezza, a raccontare dei grandi poteri da noi posseduti, ma, mentre noi parlavamo, Emmon aveva sott’occhio il nostro modo di vivere, duro e spoglio, la povertà crudele, la gente arretrata e invalida delle fattorie, e constatava la nostra ignoranza di tutto, fuorché della penombra di quei monti, e diceva tra sé: “Oh, ma certo, che grandi poteri posseggono, poveri mocciosi!”.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità. E i doni che Gry e Orrec hanno ereditato dalle loro famiglie sono terribili e distruttivi. Sono lo strumento usato da tempo immemorabile dagli abitanti delle montagne per difendersi gli uni dagli altri e proteggere i propri territori. Ma, grazie agli insegnamenti ricevuti dalla madre di Orrec e alle parole di uno straniero che ospitano per un inverno, a Orrec e Gry viene svelato un mondo lontano dai monti dove sono sempre vissuti. Ursula Le Guin ci regala un altro lieve e toccante racconto nel suo stile semplice e coinvolgente.
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