Articolo di Camilla Guendalina Gandini
Chissà se noi tre avremmo potuto essere amici nella vita. Non come fratelli, ma come persone
Dopo la morte del padre, i tre fratelli Whitman si perdono di vista e, dopo un anno trascorso senza parlarsi, il maggiore dei tre, Francis, ripresosi dal trauma dovuto a un incidente stradale, decide di riunirsi con gli altri due e di partire per un viaggio in apparenza ben pianificato a bordo del Darjeeling Limited, treno speciale che ospiterà i tre protagonisti.
Tuttavia i due fratelli di Francis non sembrano ben disposti a intraprendere l’avventura a bordo del treno, assillati come sono da tormenti e disillusioni: Peter, sposato e con un figlio in arrivo, è fuggito da casa, abbandonando la moglie; Jack, aspirante scrittore, vive in maniera poco controllata la fine della relazione con l’ex fidanzata.
I Whitman sono l’ennesimo esempio che attesta l’interesse di Wes Anderson per il tema della famiglia, sempre insolita e fuori dagli schemi; questa volta l’attenzione è concentrata sul rapporto tra fratelli che, iniziando un viaggio, innescano l’avvio di un percorso esistenziale di formazione (come in tutti i road-movie che si rispettino!). I tre protagonisti si troveranno ‘costretti’ ad affrontare la separazione da entrambi i genitori, anche se in prospettive differenti: la morte del padre, che rappresenta per ognuno di loro un fardello simboleggiato dal set di bagagli appartenuto al genitore che si portano dietro per la durata dell’intero viaggio, e il distacco della madre, la quale si è volontariamente ritirata in una sorta di convento/santuario indiano, rinunciando a ogni contatto con i figli.
Nel film non mancano le puntate divertenti e ironiche tipiche del regista, ma contemporaneamente è evidente una vena malinconica che aleggia sui sentimenti dei personaggi, evidenziando una visione forse più matura e realistica.
E come non manca la nostalgica ironia, sempre presenti sono la simmetria stucchevole delle inquadrature, l’immancabile presenza (seppur brevissima) del mitico Bill Murray e l’azzeccata colonna sonora, dai Kinks iniziali alla meravigliosa Where do you go to my lovely? (già sentita nel cortometraggio presentato come prologo del film: Hotel Chevalier).
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I Tenenbaum – Wes Anderson
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Where Do You Go My Lovely – Peter Sarstedt
Regia: Wes Anderson
Soggetto: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman
Fotografia: Robert Yeoman
Durata: 91′
Interpreti e personaggi
Owen Wilson: Francis Whitman
Adrien Brody: Peter Whitman
Jason Schwartzman: Jack Whitman
Amara Karan: Rita
Natalie Portman: ex ragazza di Jack
Wallace Wolodarsky: Brendan
Waris Ahluwalia: steward capo
Anjelica Huston: Patricia Whitman
Bill Murray: uomo d’affari