London calling to the faraway towns
Now war is declared and battle come down
London calling to the underworld
Come out of the cupboard, you boys and girls
London calling, now don’t look to us
Phony Beatlemania has bitten the dust
London calling, see we ain’t got no swing
‘Cept for the ring of that truncheon thing
London Calling è il quarto album della popolare band punk The Clash.
L’album, per la precisione doppio, spicca per la sua complessità compositiva ed eterogeneità dei brani; nessun brano può essere classificato come puro punk (come ad esempio lo erano i Sex Pistol), ma ogni brano ha un suo ramo compositivo e sonoro che attinge da vari generi: lo Ska di Rudie Can’t Fail, il Pop di Lost in the supermarket, il Reggae di The Guns of Brixton, spaziando poi dal jazz al Rhythm and Blues, toccando punte qualitative elevatissime con London Calling e Train in Vain.
Il cantante, chitarrista e compositore Joe Strummer, coadiuvato dall’altro chitarrista Mick Jones, crea un capolavoro universalmente riconosciuto, facendolo entrare a pieno diritto nell’Olimpo degli artisti immortali: ogni canzone è ben identificabile, ognuna con un ritornello azzeccatissimo, testi profondi e di protesta, suonata da musicisti ottimi che sperimentano col punk come non succederà più.
La vera ciliegina sulla torta è la cover dall’album: una foto del bassista Paul Simonon che sfascia il proprio strumento durante un concerto a New York; foto che verrà poi definita “La più grande fotografia rock di tutti i tempi”.
Molto Punk.
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