And the black smoke rises
From the fires, we’ve been told
It’s the new age crisis
And we will stand up in the cold
Stand up in the cold
I Greta Van Fleet sono un gruppo rock statunitense nato nel 2012, fondata dai fratelli Kiszka. I tre giovani ragazzi (annata ’96) insieme al batterista Daniel Wagner, stanno facendo parlare molto di sé nel campo rock. Belle parole sono state spese dai Miti del rock; più di tutti Robert Plant che ha detto di odiare il cantante da quanto è bravo.
Il loro doppio Ep (il loro primo album dovrà essere pubblicato a fine 2018) contiene otto canzoni, di cui quattro erano già pubblicate in un primo Ep.
Fin da subito si può capire perché stanno facendo discutere: Safari song verrà scambiata spesso per una nuova canzone dei Led Zeppelin: la distorsione della chitarra e la voce fanno ritornare alla mente gli Zep ai loro tempi d’oro. Fresca e immediata, il primo pezzo scorre liscio e lascia ottime impressioni. Con Edge of darkness il tempo rallenta, ma è qui che si può assaporare al meglio le notevoli qualità canore di Joshua: estensione notevole e grande timbro, senza però tralasciare l’emotività. Con la successiva Flower power si passa all’acustico, con una bellissima canzone d’atmosfera. Proseguendo con l’ascolto si incontra le dirette Highway tune, Talk on the street, e le cantabili Meet on the ledge e Black smoke rising.
Su otto canzone si salvano tutte; magari non sono tutte eccellenti, ma la qualità accomuna tutte le tracce.
Ragione a dire che, forse, assomigliano troppo ai Led Zeppelin, ma la speranza è che i Greta Van Fleet riescano ad evolversi e a staccarsi dai loro principali idoli per creare un loro personale suono e, perché no, risollevare le sorti del moderno Rock n’ roll.
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