La pittura è stata tutto per me, come cancellarla dalla mia mente? La mia pittura forse non se ne andrà nemmeno con la mia morte, perché c’è anche una pittura che non muore.
Messina, febbraio 1479. Un uomo sta morendo: è Antonello, il geniale pittore siciliano che ha trovato la fama lontano dalla sua terra. Mentre il prete impartisce l’estrema unzione, Antonello rivede la propria vita come se la stesse raccontando a Colantonio, il maestro ammirato e mai dimenticato. Dall’infanzia nel quartiere addossato al porto di Messina alla formazione presso Colantonio nella Napoli sfarzosa e miserabile della corte aragonese, passando per Roma, Mantova e Bruges, dove Antonello cercherà il segreto della pittura a olio custodito da Jan Van Eyck, fino alla Venezia dei Bellini e della peste, il romanzo ci accompagna in uno dei periodi più luminosi della civiltà europea, quel Rinascimento che ha donato all’umanità opere gigantesche. Con notevole sapienza Silvana La Spina descrive paesaggi urbani, odori, suoni, figure pittoresche, gente comune, oltre ai grandi della pittura. Petrus Christus, Pisanello, Mantegna, Piero della Francesca, i Bellini prendono vita nella narrazione. E su tutti si staglia il protagonista: uomo ambizioso, sensibile ai piaceri dei sensi, votato alla pittura più che agli affetti familiari, ci porta alla conoscenza della sua arte ma anche del suo animo, in una vicenda che cattura fin dalla prima pagina.
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