Zanardi Fontanari alla Venice Marathon 2012

Gli esempi di fair play che hanno fatto la storia nel mondo dello sport

Lo sport è da sempre caratterizzato da un alto grado di competitività. Ciò vale soprattutto, ad alti livelli. La sfida è un elemento importante durante una gara, ma non è tutto. Gli atleti che partecipano ad una competizione sportiva devono gareggiare ad armi pari. La correttezza e la solidarietà tra sportivi è l’elemento fondamentale perché qualsiasi premio abbia valore.

Esistono molti esempi di fair play nello sport entrati di diritto nella storia. Ve ne raccontiamo alcuni, perché possano fungere da esempio e da monito per tutti coloro che non afferrano l’importanza della correttezza. Le competizioni sportive, a qualsiasi livello devono poggiare sulle solide basi della preparazione atletica ma anche della lealtà e della onestà sportiva.

I gesti di fair play che hanno cambiato la storia dello sport

Vi sono diversi episodi di fair play che hanno fatto la storia dello sport. Sono quei gesti che spesso hanno caratterizzato i campioni più famosi nell’ambito sportivo. Infatti, tra questi vi è un esempio che è datato 2012. Siamo a Venezia, Eric Fontanari, un ragazzo di 17 anni tetraplegico nel corso della Venice Marathon si trova al 25 esimo chilometro ed accusa dei problemi a causa di alcuni scompensi fisici. A seguito delle sue difficoltà l’amico e collega Alex Zanardi cerca di spronarlo. Quando si rende conto che il diciassettenne non è in grado di arrivare a destinazione, sgancia la ruota anteriore della handbike di Eric e con una corda decide di trainarlo. Con varie difficoltà arrivano vicino alla meta, poi Alex aiuta il 17enne a tagliare il traguardo.

Un momento molto commovente ma anche di grande dimostrazione di forza e di buona volontà. La solidarietà espressa da Zanardi nei confronti di Fontanari ha davvero lasciato il segno nel mondo sportivo: anche quello non paralimpico.

Il caso dei fratelli Brownlee

Tra gli altri esempi che vale la pena citare, quando ci si riferisce al fair play, vi è quello dei fratelli Brownlee. In Messico nel 2016 sull’isola di Cozumel, Jonathan Brownlee, triatleta sta cercando di vincere l’ultima tappa del World Series di Triathlon. Purtroppo, però, nel corso dell’ultima parte è a pochi metri dalla linea di arrivo, subisce un colpo di calore e gli si annebbia la vista. In suo soccorso arriva suo fratello Alistair che lo accompagna abbracciandolo e sostenendolo fino al traguardo. Sicuramente un gesto bellissimo che ha reso, tra l’altro, molto orgogliosi anche i loro genitori. Anche in questo caso, il legame di sangue, ma anche quello tra sportivi, ha avuto la meglio rispetto a qualunque medaglia si potesse conquistare. I due fratelli salgono sul podio e si aggiudicano il secondo ed il terzo posto.

L’episodio storico che segnò il ciclismo

Siamo al Tour de France del 1952 e stanno gareggiando due atleti storici come Gino Bartali e Fausto Coppi. La tappa tra Losanna e l’Alpe d’Huez è giunta verso il passo del Col du Galibier, è accesissima. I due atleti stanno faticando tantissimo per mantenere le loro posizioni. In quel momento di testa a testa uno dei due ciclisti beve e si accorge che il suo antagonista non ha una borraccia con sè. Il gesto spontaneo compiuto da uno dei due, di condivisione dell’acqua viene immortalato dal fotografo Carlo Martini. Questa foto passerà alla storia. In essa non si vedono solo due giganti del ciclismo: sono prima di tutto due uomini che si aiutano in un momento di bisogno. Essi sono consapevoli delle loro capacità atletiche e sanno anche che la vera vittoria si ottiene quando tutti gli atleti gareggiano ad armi pari.

Episodi di questo tipo dimostrano come c’è una differenza sostanziale tra il vincere per un merito personale oppure approfittando degli sbagli o delle debolezze degli altri atleti per conquistare la vittoria a tutti i costi. Gli sportivi, quelli veri, sanno quanto è importante conquistare un titolo o una medaglia però, sanno anche che senza l’onestà, la solidarietà, la fratellanza e la condivisione, ottenere quella medaglia sarebbe semplicemente come ottenere un ciondolo senza alcun valore. Questi sono dei veri e propri messaggi rivolti anche alle giovani generazioni che devono capire l’importanza dei valori che devono caratterizzare il mondo dello sport.

 

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