Recupero crediti cosa occorre sapere

Chi è creditore di una somma di denaro spesso non riesce a riscuotere il dovuto personalmente con conseguente dispendio di tempo e risorse che avrebbe potuto dedicare proficuamente ad altro.

Data la varietà e la complessità dei procedimenti di recupero crediti, per il creditore – privato o azienda che sia – è spesso necessario che lo stesso si avvalga della competenza di un esperto del settore che gli permetta di raggiungere il risultato.

Il ruolo dell’avvocato esperto in recupero crediti

Il professionista del recupero crediti provvede a verificare la natura del credito e la sua esigibilità, per poi individuare tutti quegli elementi accessori (interessi, oneri di recupero, rivalutazione) che ne determinano la misura complessiva.

Successivamente, valutata la condizione del debitore, la sua solvibilità e individuate le ragioni del mancato pagamento il professionista avvierà tutte le azioni più idonee a permettere il soddisfacimento del credito del proprio cliente nel minor tempo e al minor costo possibile.

La fase iniziale prevede un primo contatto col debitore per una soluzione bonaria della controversia. Nel caso di buon esito della trattativa si procederà all’incasso delle somme dovute ovvero, col consenso del cliente, si concorderà col debitore un piano di rientro rateale per permettergli di adempiere al pagamento dovuto secondo le proprie possibilità.

Nel caso in cui il debitore non voglia pagare si procederà, invece, al recupero forzoso del credito.

La procedura giudiziale

A tal fine dopo il contatto iniziale – effettuato mediante diffida ad adempiere ed atto di messa in mora – ci si rivolgerà al Giudice competente per territorio e valore – a seconda della natura del credito da recuperare – al fine di ottenere un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo, sentenza, ordinanza ex art. 702 bis c.p.c.) che permetta al creditore di agire in executivis nei confronti del debitore, mediante sequestro e/o pignoramento di conti e depositi bancari, stipendi, pensioni, rendite ovvero immobili di proprietà del debitore.

Ottenuto il titolo e notificato al debitore, in caso di ulteriore inadempimento si procederà alla notifica dell’atto di precetto con la quale gli si assegnerà un ulteriore termine per pagare spontaneamente il debito e le spese sostenute, preannunciando in caso contrario l’avvio dell’azione di recupero forzoso del credito mediante pignoramento.

Al fine di garantire il buon esito dell’azione di recupero, prima della notifica del successivo atto di pignoramento, il professionista potrà accedere all’anagrafe tributaria (mediante ricorso ex art.492 bis c.p.c.) al fine di individuare crediti e beni da sottoporre ad esecuzione e garantire il buon esito dell’azione di recupero.

Individuati quindi i beni da pignorare proficuamente, si procederà alla notifica dell’atto di pignoramento. Anche in questo caso il debitore avrà un’ulteriore possibilità di adempiere al pagamento dovuto per le somme portate dal titolo oltre accessori e spese sostenute fino a tale data, ovvero rivolgersi ad un organismo di composizione della crisi ove si trovi in una situazione di sovraindebitamento che non gli permetta di far fronte agli impegni economici precedentemente assunti.

In difetto di opposizione o di avvio di procedure di sovraindebitamento, nel caso di pignoramento presso terzi – a seguito della ricezione delle dichiarazioni positive previste dalla legge da parte dei soggetti che risultano detenere somme di denaro del debitore (banche, istituti di credito, debitori del debitore, etc…) ovvero risultano obbligati a pagamenti periodici nei confronti dello stesso (datore di lavoro, affittuario, ex-coniuge, etc…) – il professionista chiederà al Giudice l’assegnazione delle somme pignorate nella misura prevista dalla legge, ed esattamente per l’intero nel caso di depositi bancari o di debiti di terzi nei confronti del debitore, ovvero di una quota pari al 20% delle somme percepite dal debitore a titolo di stipendio, trattamento di fine rapporto o pensione (pignoramento del quinto dello stipendio).

Nel caso in cui il debitore non risulti titolari di depositi di somme di denaro, crediti verso terzi, o percettore di redito da salario, stipendio o pensione, ma sia proprietario di beni immobili si procederà al pignoramento degli stessi e alla successiva vendita in aste giudiziarie, il cui ricavato andrà a soddisfare il credito azionato in giudizio dal creditore procedente.

Venduti i beni ovvero ottenuta l’ordinanza di assegnazione delle  somme pignorate, il professionista provvederà alla notifica dell’ordine di pagamento la stessa nei confronti del terzo obbligato al pagamento in sostituzione del debitore, indicando la somma esattamente dovuta per capitale originario, oltre rivalutazione e interessi – legali o di mora a seconda della natura del titolo fatto valere in giudizio – e di tutte le spese sostenute dal creditore per il recupero del credito compresi i compensi del professionista che saranno integralmente posti a carico del debitore.

All’esito delle procedure di recupero crediti, il creditore otterrà il pagamento dovuto e il compenso del professionista che gli ha permesso di recuperare il credito senza dispendio di tempo ed energie sarà posto integralmente a carico del debitore.

Rivolgersi ad un professionista del settore è fondamentale e ad esempio potrete rivolgevi a un avvocato esperto in recupero crediti a Enna Catania o Palermo il quale potrà fornirvi assistenza legale a garanzia degli interessi del creditore.

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